Anno dopo anno stiamo realizzando filari sulle rive dei nostri campi scegliendo specie autoctone, anche produttrici di frutti e bacche.
Questi interventi di rivalutazione del paesaggio, proteggono i nostri cereali biologici dal vento, tutelano il terreno dall’erosione idrica ed eolica, favoriscono l’insediamento e la colonizzazione di numerosi insetti utili e forniscono nutrimento alla fauna selvatica. Abbiamo messo a dimora alberi da frutto selvatici – meli, peri, pruni, ciliegi, albicocchi, amareni, noci, noccioli – lungo più di 7 km lineari di bordure dei campi coltivati. Questi crescono in modo completamente naturale e i frutti non vengono raccolti affinché servano da nutrimento per gli animali selvatici e per gli uccelli migratori. Foglie e rami caduti arricchiscono il terreno di sostanze organiche e offrono rifugio a piccoli mammiferi, rettili e insetti.
Inoltre abbiamo creato siepi con alberi e arbusti melliferi -tiglio, ligustro, biancospino- per contribuire alla salvaguardia degli insetti impollinatori e in particolare delle nostre amiche api che ogni anno ci deliziano con il loro miele biologico.
La ricostruzione dell’habitat è uno dei punti di partenza del nostro modo di fare agricoltura biologica.
In aree soggette ad agricoltura intensiva, l’assenza di siepi, alberi e canali tra i campi coltivati, sottrae spazi naturali e habitat a piante, insetti, anfibi, pesci, uccelli e piccoli mammiferi. Al contrario piantare alberi consente di variare il paesaggio, accrescere la biodiversità e contemporaneamente produrre legno.