Giornata mondiale delle zone umide: cosa, come e perchè

Il 2 febbraio si è celebrata la Giornata mondiale delle Zone Umide. Cosa sono? E perchè sono così importanti per la salute nostra e del pianeta?

Le zone umide giocano un ruolo chiave per la biodiversità nonchè per la nostra sopravvivenza, perché rappresentano riserve idriche fondamentali per difenderci dagli eventi estremi – come alluvioni e siccità – che la crisi climatica renderà sempre più frequenti.

Il fatto che questa giornata ricorra il 2 febbraio non è casuale: il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar è stata infatti adottata ufficialmente Convenzione omonima per la loro tutela.

Ma cosa sono le zone umide? E perché dovremmo preoccuparci tutti, insieme, di preservarle?

 

Le zone umide per la salute dell’uomo e del pianeta

Le zone umide sono ambienti unici caratterizzati dalla presenza di acqua e dalla proliferazione di una vegetazione molto ricca. La loro importanza è riconducibile alla loro capacità di fornire servizi ecosistemici essenziali come la regolazione dei flussi idrologici, la depurazione delle acque. Il controllo dell’erosione del suolo, la mitigazione dei cambiamenti climatici (come dicevamo poco fa) e la tutela della biodiversità. Il fatto, poi, di essere ambienti accessibili li rende contesti ideali per l’organizzazione di attività di educazione ambientale e di turismo naturalistico.

 

Il problema, allo stato attuale, è che le condizioni di salute di queste zone risultano profondamente compromesse.

Some spiegato in un’intervista da Stefania Mazzaracca, biologa dell’Istituto Oikos, “lo stato di conservazione di questi ecosistemi e, di conseguenza, delle specie che li abitano, è a rischio in tutto il mondo. Solo in Europa, nell’ultimo secolo, è scomparso il 90% delle aree umide e l’Italia è tra i paesi che ha registrato le maggiori perdite (-66%).

 

I danni per la biodiversità globale possono essere irreversibili. A questi habitat si stima infatti sia legato il 40% delle specie animali e vegetali totali. In Italia, ad esempio, più del 30% delle specie di uccelli è legato alle zone umide.

Moltissime specie a rischio di estinzione – tra cui invertebrati, pesci, anfibi, rettili, uccelli – hanno bisogno delle zone umide per sopravvivere. Per questo motivo è fondamentale mettere in atto strategie di prevenzione, mitigazione e adattamento che consentano il recupero di queste aree”.

Le zone umide in Lomellina

Nel nostro territorio – anzi, proprio a poca distanza dalla nostra Cascina – ci sono due aree umide di grande importanza: l’Oasi dell’Agogna Morta e il Canneto Boverio.

Il canneto, in particolare, per noi è raggiungibile a piedi con una breve passeggiata ed è nato da poco ma ha già un grande valore ecositemico. Tanto da essere stato soprannominato “la casa degli aironi”.

Di questo angolo prezioso ha parlato recentemente anche Alessio Facciolo in un interessante articolo uscito sull’Araldo Lomellino.

Il Canneto Boverio” scrive Facciolo “è l’area naturalistica di Nicorvo dove, lo scorso giugno, è stata rilevata una nuova garzaia, ovvero un’aggregazione di nidi di aironi di diverse specie. Una scoperta che ha fatto battere il cuore dei naturalisti del territorio, visto che luoghi dove i volatili possano riprodursi senza essere disturbati dalle attività umane sono sempre più rari. Se il canneto si è mantenuto così, non lo si deve al caso. L’intero appezzamento (un ettaro e mezzo di terreno abbracciato da una piccola lanca) è stata acquistata nel 2015 dalla Lipu e da Burchvif, associazione di Borgolavezzaro attiva da anni nel promuovere la cultura della tutela ambientale. A gestire l’area sono proprio i volontari dell’associazione piemontese, che con attività mirate e rispettose si assicurano che fauna e flora del territorio possano prosperare indisturbate. Andando a ricreare un angolo di Lomellina suggestivo e quasi ancestrale”.

Nel solo 2022 la garzaia del Canneto Boverio ha ospitato circa 25 nidi di airone guardabuoi, 9 di airone rosso, 4 di garzetta, 7 di nitticora, 3 di sgarza ciuffetto e due di marangone minore. Confermando la possibilità di diventare, nel tempo, una ZPS, ossia una Zona di Protezione Speciale, qualora il fenomeno della nidificazione di un numero così elevato di specie importanti diventasse regolare.

 

Zone umide, alberi da piantare e piccoli gesti che diventano grandi

Ricordare la giornata delle zone umide, per noi, significa ricordarci di tutti questi animali e di tutti questi luoghi preziosi. Delle realtà che ogni giorno se ne prendono cura e dell’importanza che anche i più piccoli gesti di attenzione verso di loro possono avere.

Noi quest’anno abbiamo scelto di dare vita ad un piccolo bosco planiziale di ontani e salici. 150 piante distribuite su piccole isole attraversate da canaletti e stagni e accarezzate da un piccolo corso d’acqua, la Valisella. Una nuova piccola area boschiva e nuovi alberi andranno ad aggiungersi agli altri 3000 che abbiamo messo a dimora nel corso degli anni.

Alberi che non verranno abbattuti e dai quali non trarremo nessun guadagno, se non quello di riportare biodiversità, bellezza e ossigeno, ma anche cibo, rifugio e riparo per molte specie di animali selvatici.

In un momento di emergenza umanitaria climatica e ambientale come quello che stiamo vivendo, ci auguriamo davvero che questa iniziativa possa essere un segnale di speranza. Ma anche una spinta a creare un mondo diverso, dove uomo e natura possano convivere in armonia.

Perché siamo convinti, come insegna Fukuoka, che gli esseri umani lavorino al meglio quando lo fanno per il benessere della gente.

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