Imprenditoria agricola femminile: vi portiamo a Casa Vallona
Un luogo a cui siamo legati. Un progetto di imprenditoria agricola femminile che sentiamo vicino. Oggi vi raccontiamo una storia speciale!
Ci ritroviamo a parlare di Chiara Battistini e di imprenditoria agricola femminile sul nostro blog e pensiamo che questa sia una piacevole coincidenza. Chiara infatti l’abbiamo “conosciuta” per la prima volta (anche se non di persona, all’epoca) circa due anni fa, quando la rete di social farming Coltivatori di emozioni di cui facciamo parte entrambe – lei, Chiara, ed io, Ilena – ci ha coinvolte nella redazione di un articolo proprio su questo tema.
La lettura dell’articolo finito ci ha fatto capire di essere un po’ meno soli. E ci ha fatto concludere che di Chiara avremmo voluto sapere molto di più.
La storia di Chiara e di Casa Vallona
Chiara studia lingue a Bologna, dove anch’io ho studiato Antropologia Culturale, immaginandosi – come me – un futuro in viaggio. Ma qualcosa, ad un certo punto, la spinge a fermarsi e a rimettere le mani nelle proprie radici.
Casa Vallona infatti, un vecchio rudere immerso nell’appennino bolognese con intorno un piccolo appezzamento di terra, è la casa dove avevano vissuto i suoi nonni.
Chiara decide di rilevarla – la proprietà era di uno zio che di fatto non la utilizzava – e, piano piano, la ristruttura “in maniera conservativa”. Cercando cioè di preservare e riprodurre il silenzio e la sobrietà di una vita apparentemente lontana ma a cui sarebbe davvero importante ritornare (almeno un po’).
Il suo progetto di agriturismo con cucina vede ufficialmente la luce nel 2017.
Gli ospiti possono oggi soggiornare nelle sue stanze e gustare la sua cucina contadina – basata per la maggior parte sulle materie prime che lei stessa coltiva e produce – durante tutto l’arco dell’anno.
Assaporando non solo piatti della tradizione preparati con cura, ma anche un’atmosfera di rispetto, genuinità e lentezza di cui è davvero difficile non innamorarsi.
“Provengo da un lavoro lontano dalla campagna, così come i miei genitori, e ho iniziato ad occuparmi di agricoltura e ospitalità con determinazione” diceva Chiara a Coltivatori di emozioni.
“La riscoperta di questa eredità mi mette alla prova tutti i giorni richiedendomi una forza e una versatilità non indifferenti. (…) Ho superato tutto questo facendo rete con altre donne contadine, ma anche con tanti uomini intelligenti che hanno una visione etica e agricola simile alla mia. Il pregiudizio sui sessi è una perdita di tempo, e questo lo voglio dedicare all’accrescimento del mio lavoro e dell’agricoltura paritaria”.
“Intonaci scrostati a vista con sassi e conchiglie fossili, travi secolari in quercia, paioli sul fuoco del camino. Suppellettili in materie grezze e naturali come la canapa, il legno, la terracotta ed il ferro battuto. In epoche remote, ritrovarsi in questa casa dopo il lavoro, davanti ad un piatto “umile” era un momento prezioso per la famiglia perchè tutto era cucinato con “l’anima”. Abbiamo voluto mantenere questo legame forte tra terra e cucina creando un luogo caldo e intimo. Con pochi posti a sedere dove gustare piatti semplici tra rusticità ed eleganza, anima stessa della campagna. Il nostro impegno per questa agri-cucina è di usare i prodotti del podere e di aziende del territorio locale che si sono distinte per un’agricoltura virtuosa e amorevole. Non siamo un ristorante ma una fattoria che ha l’entusiasmo di condividere con i suoi ospiti i propri prodotti attraverso antiche ricette” (Fonte: sito Casa Vallona).
https://www.youtube.com/watch?v=T3fJUCoyCyc&feature=emb_title
Un progetto di permacultura…
Quella che Chiara pratica nei suoi terreni è, dunque, un’agricoltura biologica (ma senza certificazioni) che spinge verso la permacultura. Che a sua volta è un sistema in cui non solo non è previsto l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi, ma in cui l’obiettivo è intervenire “dall’alto” il meno possibile per lasciare davvero che la natura faccia il suo corso.
Rientrano in questa visione, in cui peraltro anche noi ci riconosciamo, le scelte di Chiara di integrare solo piante autoctone, di creare una food forest agibile anche per i turisti e in grado di attrarre animali “utili” per il mantenimento dell’equilibrio generale. Di piantare la lavanda e di occuparsi anche delle api.
Il che significa, più in generale, adottare nei confronti della natura un approccio “policolturale” in cui ogni elemento sia di aiuto agli altri senza sovrastarli. E in cui l’essere umano sia il più possibile spettatore rispettoso.
“La Food Forest è una foresta, anche urbana, che fornisce cibo in quantità limitata ma in forma assolutamente naturale ed eco-compatibile. È una foresta in cui sono presenti specie vegetali che producono frutti edibili, oppure una foresta che alterna aree boschive ad aree a limitata coltivazione (che viene comunque condotta in maniera sostenibile), che integra le funzioni naturali di una foresta con le funzioni alimentari” (Fonte: Rete Clima).
Vino Barbera e Pignoletto naturale, birra con grani antichi, farina di grano antico, pasta secca di grano antico, biscotti, miele, verdura e frutta, composte e confetture. Questi, al momento, i principali prodotti a cui Chiara si dedica partendo da ciò che la terra è in grado di offrirle.
… Ma anche un progetto di imprenditoria agricola femminile, bellezza e partecipazione
Chiara – dobbiamo dirlo perché a questo punto il ritratto del suo progetto potrebbe risultare troppo “romantico” e poco ancorato alla realtà – è anche una persona concreta. Una persona che gestisce la sua attività imprenditoriale con consapevolezza, visione, e un’attenzione alla bellezza in cui, di nuovo, ci riconosciamo profondamente.
Le grafiche dei suoi prodotti sono curate. La sua comunicazione è attenta e sapiente. Il suo sito e i suoi profili la rappresentano.
Casa Vallona è un progetto strutturato e partecipato in cui ha saputo mettere la testa e il cuore, e di cui fanno ormai parte davvero tantissime mani generose.
Perché questo, è quello di cui oggi l’agricoltura che guarda al futuro ha davvero bisogno.
A proposito di Coltivatori di emozioni
Coltivatori di Emozioni è un’iniziativa ideata e promossa da un gruppo di appassionati di natura, tradizioni e cultura gastronomica con uno scopo ben preciso. “Salvaguardare le tradizioni rurali del nostro Paese, tutelare il paesaggio, recuperare i terreni incolti. Aiutare l’inserimento e reinserimento lavorativo, avvicinare il consumatore alla cultura ed alle attività agricole”. Creando un circolo virtuoso che dia visibilità alle esperienze agricole più sane e innovative e consenta ai consumatori di scoprire la qualità che possono avere i prodotti coltivati con cura.
Cascina Bosco Fornasara ha aderito a Coltivatori di Emozioni nel 2019 per promuovere una risicoltura diversa, attenta al territorio e all’ambiente. Un ritorno ai semi antichi e alle tradizioni storiche, al rispetto del lavoro e delle persone che lo svolgono.
https://www.youtube.com/watch?v=kOpN3eUZ5xU&feature=emb_logo